lunedì 22 aprile 2013

Nonsolosport. Che Guevara e la Granfondo di Mentana

« Un uomo che, facendosi cosmopolita, adotta l'umanità come patria e va ad offrire la spada ed il sangue a ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più di un soldato: è un eroe » E. Barrault
E' paradossale che un paese come il nostro, abitato da un popolo storicamente privo di qualsivoglia velleità rivoluzionaria e di autodeterminazione, da sempre pronto ad accettare qualsiasi dominazione straniera (salvo essere assoldato da altre potenze straniere per ribellarsi agli oppressori, dando loro la possibilità di prenderne il posto) sia stato "unito" da un rivoluzionario purosangue come Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due mondi, quanto di più simile ad Ernesto "Che" Guevara il continente europeo abbia mai generato.
In effetti, i tratti comuni tra i due rivoluzionari sono davvero numerosi:




 - hanno combattuto per terre non natie, l'uno nato in Argentina, a Rosario, l'altro in Francia, a Nizza, spinti solo dalla ferrea volontà di rendere giustizia ai popoli oppressi;
- prima di votare la propria esistenza alla rivoluzione, sono stati grandi viaggiatori: famoso il viaggio in moto del Che in Sud America, nel '51, in compagnia dell'amico Alberto Granado - a bordo della Poderosa III, una Northon 500 - un pò meno le lunghe navigazioni di Garibaldi nell'est europeo, in Russia e nello stesso Sud America, viaggi che ne formarono il carattere e la morale;
- si sono prodigati negli ospedali per assistere e curare i più deboli, Guevara nel lebbrosario di Huambo, in Perù, e Garibaldi presso un Ospedale di Marsiglia, in occasione di un'epidemia di colera;
- hanno vissuto in latitanza e clandestinità, l'uno braccato dal nemico a stelle e strisce, l'altro dallo stato piemontese, il quale lo aveva condannato  a morte per diserzione, considerandolo "nemico dello Stato".
Le analogie potrebbero continuare a lungo, mentre la fine delle rispettive storie non potrebbe essere più diversa: uno tradito ed ucciso a 39 anni in una scuola di La Higuera, in Bolivia, mentre proseguiva nella sua lotta per la libertà dei popoli sudamericani, e da allora idolatrato da milioni di persone, l'altro deceduto a 75 anni per malattia a Caprera, assegnatario di un vitalizio dallo Stato che aveva contribuito a far nascere, ricordato da centinaia di targhe e monumenti in quasi tutte le città italiane, ma praticamente dimenticato dal popolo che non è  mai riuscito ad unirsi realmente.
Mi piace però ricordare due loro frasi piuttosto celebri, che raccontano, forse più di mille biografie, il concetto di giustizia che ha guidato le loro gesta:
 
«Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati da fatica o malattia, questa è la più bella virtù del forte verso il debole.» G. Garibaldi
«...Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo: è la qualità più bella di un rivoluzionario...» E. "Che" Guevara - Lettera ai figli.
Ora veniamo all'aspetto sportivo, ed al motivo di questa divagazione storico-politica: ieri, per la prima volta, mi sono cimentato in una Granfondo di bicicletta su strada, la GF "Garibaldina" di Mentana.
Partito da casa con l'idea di affrontare i 135 km del percorso lungo, sono stato dissuaso da Strong (che ha fatto il lungo), Giuliano e Claudiano, i quali mi hanno convinto (con pochissima fatica da parte loro, devo ammetterlo) ad optare per il percorso medio da 85 km. Ok, mi sacrifico...
Per quanto non abbia validi elementi di paragone, posso dire che l'esperienza è stata assolutamente positiva sia per quanto concerne la gara, corsa con poco traffico veicolare, mai pericoloso, ed un manto stradale decente per (quasi) l'intero percorso, sia per quanto riguarda l'aspetto più legato all'allenamento - vero scopo della nostra presenza lì - soprattutto per uno come me, poco abituato alle salite, che ha dovuto affrontare pendenze fino all'11% (UNDICIPERCENTO!!!)).
Inizialmente ero piuttosto preoccupato dal dover correre in gruppo, ma tutto si è svolto nella massima tranquillità e sicurezza, probabilmente aiutato dal non essermi mai trovato in gruppi ipercompetitivi.
Da migliorare, invece, proprio la capacità di rimanere in gruppo in salita, per non trovarmi costretto a pedelare da solo in pianura. Ma imparerò, pian piano... 
Alla fine il cronometraggio ufficiale MYSDAM riporta un real time di 2:49:28 per 83 km di distanza, con una media di 29,38 km/h, Stava riporta un bel 1.617 m di dislivello positivo ed il Garmin circa 2.600 calorie "svampate".


Poi, per completare la giornata, un fantastico pomeriggio al parco a ranghi familiari completi, con gelato e 2 calci al pallone col "piccolo"...

1 commento:

  1. Beh... Stavolta il risultato non lo hai riportato ? Te l'ho fatta ste.... Pure all'altro gentile.... (a proposito di pinotto ;-)...) Claudiano

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